L’intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore

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NEL GUASTO VIEN L’AGGIUSTO!
L’intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore.

Nel post precedente abbiamo parlato della lesione del LCA a seguito della quale l’ortopedico valuta se intervenire chirurgicamente o se optare per una soluzione conservativa.
Bisogna ricordare che la lesione totale del legamento crociato anteriore non ha possibilità di guarigione in quanto si tratta di un tessuto poco vascolarizzato, pertanto, ove presenti i criteri si rende necessariol’intervento, come nel caso di pazienti sotto i trent’anni, sportivi professionisti o semplicemente attivi e dinamici. Diversamente, a causa dell’instabilità del ginocchio incorrerebbero predisposizioni a lesioni di strutture come i menischi, cartilagine e altri legamenti.
Più precisamente si parla di trapianto tendineo, con tessuto prelevato dai tendini dei muscoli flessori semitendinoso e gracile o dal tendine rotuleo.
In alternativa e in caso di lesioni multiple dei legamenti si utilizza la ricostruzione con allograft ovvero con il tendine di un donatore. Recentemente in Italia è stato sperimentato l’utilizzo di tendini xenograft, di orgine animale, poi modificati per essere utilizzati nell’uomo senza terapia antirigetto. 
Il neo-legamento è fissato al femore ed alla tibia con due viti, che possono essere metalliche o di materiale a lento riassorbimento.
Già dal secondo giorno dopo l’intervento il paziente dovrà iniziare la riabilitazione che progressivamente lo porterà al recupero funzionale completo. I tempi di recupero variano dai quattro ai sei mesi, tempo fisiologico nel quale il neo-legamento si integrerà completamente all’osso.

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